Lunedì, 18 Febbraio 2019 02:34

7 vite come i gatti

Cambiare lavoro: avere tante esperienze diverse è un bene oppure è controproducente?

 

Febbraio, mese del Carnevale...ne ho parlato anche nella mia ultima newsletter (se te la sei persa, la trovi qui), dove ragionavo un po' sul provare a fare cose diverse.

Il Carnevale in questo ci porta un'energia pazzesca, non trovi?

Per un po' puoi essere la persona che normalmente non sei: rischiare, giocare, ridere di te, fare figuracce oppure andare alla grande...c'è spazio per qualsiasi cosa.

 

Ragionandoci un po', mi sono resa conto che nella mia vita professionale di cambiamenti ne ho gestiti parecchi - complice anche il fatto di avere svariati interessi.

 

Qui trovi le mie 7 vite (fino ad ora) professionali: sono state tutte utili da diversi punti di vista.

 

Te le racconto per aiutarti a pensare a tutti quei lavori più o meno strampalati che sicuramente anche tu avrai fatto, e che hanno contribuito alla tua professionalità (e non solo) di oggi. Quali sono stati? Come hanno contribuito a sviluppare le tue potenzialità ed i tuoi talenti?

 

Cameriera di sala e ai piani - barista - aiuto cuoca - tuttofare

 

Questi lavori nel settore turistico e della ristorazione li ho portati avanti in maniera intermittente, dai 18 ai 25 anni circa; diciamo che quando non studiavo e quando non viaggiavo, mi occupavo di questo (in modo da avere i soldi per tornare a viaggiare).

Quando guardo a queste esperienze mi viene spesso da sorridere: credo che i due lavori più assurdi che mi siano capitati siano stati fare un paio di mesi l'aiuto cuoca in un ristorante svizzero a Edimburgo (Scozia) - calcola che se c'è una cosa che detesto fare è cucinare; e poi, sempre in Scozia, un super mini part-time di due ore al giorno come ragazza-sandwich (vedi foto della giapponesina a Tokyo); il cartello recitava "Pizza Hut, all you can eat for 3,99 £" e io me lo ricordo ancora. Tra le varie esperienze ci sono state anche delle stagioni in rifugio sul cucuzzolo della montagna: lì si lavorava tutti i giorni tutto il giorno - e a me piaceva tantissimo seguire questo ritmo. 

Da queste esperienze mi sono portata via l'organizzazione del tempo - come realizzare e strutturare le mie giornate in maniera da ottimizzare il tutto. E poi, naturalmente, la relazione con i clienti - e il realizzare che siamo tutti fatti a modo nostro!

 

Collaboratrice agricola

 

Questo l'ho fatto una sola volta, sono andata a raccogliere le mele (abitando in Trentino...!). Correva l'anno 1999, avevo 19 anni e ho usato tutti i soldi che avevo guadagnato per farmi un viaggio di una settimana in Finlandia a trovare una mia amica (me lo ricordo come fosse ieri). Non era solo la Finlandia ad essere cara: calcola che Ryanair non esisteva, all'epoca si potevano prenotare solo i voli di linea e bisognava andare in agenzia, niente Skyscanner.

Mi ricordo che a lavorare in campagna con me - oltre a un paio di amiche - c'erano dei ragazzi che erano scappati dalla guerra nella ex Yugoslavia. Uno di loro l'ho incrociato per caso un paio di anni fa: era inserito in un percorso di ricerca attiva del lavoro perché disoccupato a causa della crisi. A parte la mancanza di un lavoro l'ho visto bene e mi sono un po' emozionata: se ripenso a quello che succede oggi con i collaboratori agricoli, mi pare che l'unico cambiamento sia la provenienza geografica, ma che le dinamiche siano le stesse.

Da questo lavoro mi sono portata via la sensazione meravigliosa di quando arrivavi a casa, morta di stanchezza fisica, ma con la testa sgombra e libera da ogni pensiero.

 

Traduttrice e hostess

 

Hostess l'ho fatto solo una volta - una convention di banchieri. Non mi è piaciuta per niente l'azienda con cui ho lavorato, e io non sono piaciuta a loro, quindi la cosa è finita lì. Invece traduzioni ne ho fatte tante (e ogni tanto ne faccio anche adesso), in parte durante gli studi, in parte appena aperta partita Iva.

Fare la traduttrice è un lavoro che suona molto figo, fino a quando non ti rendi con che:

  • tanto dipende dai testi che traduci;
  • potenzialmente potresti vivere in auto-isolamento, e stare in pigiama tutto il giorno.

Se devo pensare alle due tipologie di testi agli antipodi che ho tradotto, direi la collaborazione con MISNA (che adesso non esiste più: era un'agenzia stampa di notizie dai paesi impoveriti) - super interessante - e i manuali di istruzioni per l'uso delle telelecamere di video sorveglianza - un po' meno interessante.

Da questo lavoro mi sono portata via la consapevolezza dell'importanza delle parole che utilizziamo -  tradurre è come ricamare con le parole; e poi mi sono portata via la consapevolezza di aver bisogno, nel mio lavoro, del contatto con le persone.

 

Responsabile comunicazione

 

Forte di due anni di tirocini in giro per il mondo (Germania, Costa Rica, Cile) e di un master in campaigning, advocacy e fundraising mi sono occupata della comunicazione per varie realtà del terzo settore: il Gruppo Trentino di Volontariato, che si occupa ci cooperazione nel Sud Est Asiatico; l'Ecosportello Fa' la Cosa Giusta!, che si occupava (non esiste più) di stili di vita ecosostenibili; e associazione InCo - Interculturalità e Comunicazione, che si occupa di progetti di mobilità internazionale giovanile.

Qui scrivevo comunicati stampa, organizzavo eventi informativi e di sensibilizzazione, aggiornavo sito internet, creavo newsletter, gestivo social media... il titolo del lavoro era "responsabile comunicazione" ed in effetti siccome ero l'unica ad occuparsi della comunicazione per queste realtà, facevo tutto io. 

Cosa mi sono portata via: la capacità di continuare ad aggiornarmi, la passione e la curiosità per realizzarlo. Nel mondo della comunicazione le cose vanno avanti velocissime: calcola che quando ho iniziato non esisteva Facebook, per cui prova a immaginarti il grandissimo cambiamento che abbiamo vissuto. Se non ti aggiorni resti ferma, e con i ritmi che ci sono nelle tecnologie digitali restare fermi vuol dire rimanere indietro.

Poi mi sono portata via la professionalità nella scrittura: che per me passa anche, e soprattutto, nell'essere in grado di farmi venire la voglia e l'ispirazione per scrivere anche quando voglia e ispirazione non ci sono. 

 

Giornalista & Documentarista

 

La strada per diventare giornalista pubblicista è stata lunghetta. Ho iniziato scrivendo di viaggi a titolo gratuito su una rivista online; ma per iscrivermi all'albo dovevo avere una collaborazione retribuita e scrivere un tot. di articoli in due anni di tempo (questo nel 2007 quando ho iniziato a informarmi). Il Gruppo Trentino Volontariato aveva la rivista dell'associazione, regolarmente registrata; dopo un paio d'anni di articoli scritti per l'associazione sono andata all'Ordine dei Giornalisti ma mi hanno detto che non andava bene, perché era una rivista poco importante (immagino che il non avere santi in paradiso non mi abbia aiutata, ma vabbè).

Allora ho cercato di capire come collaborare con i quotidiani locali, ma non c'è stato verso di riuscire a entrarci. 

 

Così mi son guardata intorno, e la parrocchia di Sant'Antonio (giuro) aveva organizzato un corso di giornalismo sociale a cui partecipavano come formatori vari giornalisti locali. Mi sono iscritta, ho seguito le lezioni, conosciuto i giornalisti, e poi finalmente sono riuscita ad avviare una collaborazione con un mensile locale, legato al mondo della Chiesa (se c'è una persona laica e lontana dalle posizioni ufficiali della Chiesa sono io).

Grazie a questa collaborazione nel  2014 sono finalmente riuscita ad iscrivermi all'Ordine dei Giornalisti. Uno o due anni dopo cambia il direttore della rivista con cui collaboro, e perdo il lavoro; ma mi propongo per una rivista online che mi piace tantissimo ed è davvero in linea con chi sono e quello in cui credo, e inizio a scrivere per loro.

 

La mia esperienza di documentarista è molto più corta: ho partecipato ad un corso breve organizzato dalla Zelig, che è una scuola di documentaristica molto famosa, almeno a Trento. Imparo, e metto via le competenze che inizialmente mi servono per brevi video per le associazioni con cui lavoro (nel frattempo nasce Youtube). Un paio di anni dopo incontro una signora - Lidia Menapace - e siccome ha una certa età, penso che raccontare la sua storia prima che si perda sia super importante. Un mini corso non basta per fare di me una documentarista, me ne rendo conto e coinvolgo due persone che ne sanno più di me. Iniziamo a girare, facciamo un teaser e lo portiamo a una casa di produzione. Accettano il nostro lavoro, riceviamo i finanziamenti della Trentino Film Commission, e nel 2016 viene proiettato al cinema "Non si può vivere senza una giacchetta lilla". Le riprese erano iniziate nel 2013.

Da queste esperienze mi sono portata via: pazienza & determinazione; ho imparato a proseguire e ad avere fiducia, che prima o poi i risultati arrivano.

 

Project manager & program coordinator

 

Questo l'ho fatto per quasi una decina d'anni all'interno dell'associazione InCo di cui ti parlavo nel punto 4. Essendo un'associazione piccola, mi occupavo sia della comunicazione che anche di aspetti legati all'inizio a delle progettualità specifiche, e poi a dei programmi di mobilità veri e propri.

In questi anni ho gestito tantissimi progetti europei: dal programma di servizio civile tedesco al Servizio Volontario Europeo, agli Youth Exchange passando per i Capacity Building...e ho creato opportunità nuove, come il Mid-Term Volunteering e l'Au Pair. Era un lavoro bellissimo, e che non ha mai smesso di entusiasmarmi: il contatto con i ragazzi, con associazioni in tutto il mondo, l'apetto formativo di queste esperienze...sono stati anni incredibili.

Mi sono portata via un sacco di cose: il superare la mia paura di parlare in pubblico; l'eccellere nel multi-tasking; la gestione di progetti europei ed internazionali; la mediazione interculturale e la risoluzione di quelle tensioni e conflitti che è normale che ci siano tra culture diverse.

 

Insegnamento & coaching

 

Arriviamo all'oggi. Oltre a scrivere, come sai insegno inglese; propongo percorsi di coaching; e pratiche di yoga. 

L'inglese è una lingua che amo, che ho imparato bene nel 1997/98 facendo la quarta superiore all'estero e che poi ho continuato a studiare e perfezionare; il coaching ho iniziato a studiarlo nel 2014, e da allora non ho più smesso. Sullo yoga che dire...ho iniziato a praticarlo da autodidatta nel 2004, e nel 2017 ho iniziato un percorso legato all'insegnamento che sto proseguendo.

Qui è difficile dirti cosa mi porto via, perchè è una cosa tutta in itinere. Posso dirti che amo le persone che sto incontrando: da ognuna di loro mi porto via un pensiero, un'esperienza, una consapevolezza.

Quello che mi piace di più è partire da ciò che c'è: per tanto tempo l'insegnamento è stato un qualcosa del tipo tu sei un bicchiere vuoto, io ti riempio con la mia brocca d'acqua.

A me invece piace pensare che sei un bicchiere già mezzo pieno, e l'unica cosa che forse posso fare io con il mio lavoro è aiutarti a riempirti ancora di più. 

 

Cambiare lavoro: quindi?

 

Spero tu abbia trovato utile questo post perché spesso quando abbiamo un percorso non proprio lineare, ci sentiamo strane o sbagliate o che non riusciremo mai a trovare la nostra strada e inserirci "con successo" nel mondo del lavoro. Ma non è così: è solo dopo aver vissuto delle esperienze diverse che capisci cosa fa per te e cosa no; che prendi consapevolezza dei tuoi talenti e anche dei tuoi limiti. Le esperienze non definiscono necessariamente chi sei, ma ti aiutano a capirti meglio. 

Prova a fare un'analisi di tutte le cose che hai fatto fino ad oggi. Fidati quando ti dico che scoprirai una serie di cose che magari davi per scontate, e tanto scontate non sono; anzi, si possono rivelare degli asset non da poco per riuscire in quello che vuoi. Come sempre, se vuoi condividere con me la tua esperienza non esitare a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.!

 

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Se vuoi continuare a migliorare l'inglese senza patemi d'animo iscriviti a Resfeberla newsletter pensata proprio per questo: esce ogni primo venerdì del mese e ci trovi spunti, idee, risorse così come sconti speciali sui percorsi che propongo.

 

I percorsi di coaching invece vengo attivati individualmente, in modo da poter seguire ciascuna persona in base alle proprie esigenze. Contattami per richiedere maggiori informazioni! 

 

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