Lunedì, 22 Ottobre 2018 07:41

Le faremo sapere: e mo'?

Oggi parliamo di come gestire i momenti di attesa dopo il colloquio - e la famosa frase "le faremo sapere".

 

Il colloquio di lavoro e il "le faremo sapere"

Restare in attesa di qualcosa che potrebbe o non potrebbe succedere - e che comunque non dipende da te - è veramente delicato e complesso, soprattutto se in quella cosa ci hai investito un sacco di tempo, energia, e speranze.

Uno degli aspetti con cui si fa più fatica è che siano altri ad avere in mano la situazione. Perché sì, spesso il coltello dalla parte del manico ce l'hanno i selezionatori. E spesso ti chiedi: chissà quante persone si saranno presentate, perché dovrebbero scegliere proprio me?

Ed hai ragione, quasi mai saremo mai perfette per un lavoro, e spesso ci sarà qualcuna più brava di noi. Questo lo dobbiamo prendere come un assunto, farcene una ragione - un bel bagno di umiltà se vuoi - e andare avanti. Posto che non siamo perfette per quel lavoro, come facciamo a colpire i selezionatori? Con le nostre soft skill nel momento in cui ci candidiamo - prima, durante, dopo il colloquio.

I selezionatori sono persone con cui creare delle relazioni: quindi si possono (devono?) contattare dopo il colloquio e ringraziare per il tempo che ci hanno dedicato ed esprimendo un apprezzamento sul momento trascorso insieme. Qui non serve dire bugie: da ogni persona impari qualcosa, da ogni conversazione puoi portarti via quel qualcosina in più o di diverso - sta a te trovarlo, e poi comunicarlo. La relazione è la chiave per iniziare a riprendere in mano il controllo della situazione.

 

"Le faremo sapere" è un sì o un no?

"Le faremo sapere" spessissimo è davvero solamente un "le faremo sapere": i selezionatori non prendono decisioni su due piedi, quindi comunque vada vi rimanderanno a casa e si faranno sentire loro (se sono seri; altrimenti, meglio perderli che trovali).

Quanto tempo deve passare? Sarebbe meglio ricordarsi di chiedere, in sede di colloquio, quali sono i prossimi step per la selezione. Se te ne sei dimenticata, o eri troppo emozionata per farlo - non ti preoccupate: sarà per la prossima volta. Intanto se hai creato quel contatto nulla vieta di mandare una mail o di chiamare per chiedere informazioni. A questo punto sorge la prossima domanda: quando telefonare e quando mandare una mail?

Non ci sono risposte giuste o sbagliate: in linea di massima però, aspetta una decina di giorni/due settimane prima di farti sentire. Non sai mai quanto sia difficile coprire la ricerca che hanno aperto, né il numero di candidati che si sono presentati, né quali sono le procedure interne pre-assunzione. Per questo motivo a te una settimana può sembrare tantissimo tempo, ma per chi ci lavora potrebbe essere un battito di ciglia.

Come farsi sentire: se ti sei segnata il nome della persona con cui hai svolto il colloquio, puoi chiamare tranquillamente. Se hai mandato un messaggio post-colloquio, sarà più probabile che il selezionatore si ricordi di te, e risponda al telefono; se non ti dovesse rispondere, sentiti pure libera di mandare una mail. Se non ti sei segnata il nome e non te lo ricordi, allora limitati a mandare una mail. Poi basta: tempestare le persone di mail e/o di chiamate non aiuterà di sicuro l'esito della selezione; in più, se sono davvero interessati si faranno sentire. Se non per quel lavoro - se hai lasciato dietro a te un bel ricordo - probabilmente per altre opportunità.

 

Come faccio a sapere se cercare un altro lavoro oppure no?

Semplice: nel dubbio, continua a cercare.

 

Fino a quando non hai la certezza di un contratto, e fino a quando quel contratto non lo firmi comunque non sei in parola con nessuno. Quindi non ti fermare al primo colloquio in attesa di sentire cosa ti dicono: continua a cercare quello che fa per te. Dopotutto occupare il tempo è un'altra strategia piuttosto conosciuta per ingannare l'attesa, no? ;)

 

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