...ci siamo passate tutte: decisioni grosse, di quelle che mozzano il respiro e fanno venire un po' di tremarella alle gambe...oggi vorrei parlarti un po' di come fare a gestirle. Sì, perché il processo che ci porta a decidere è pieno zeppo di emozioni in conflitto: ma poi, appena scegliamo puff! Tutto scompare e ci sentiamo meglio. Come fare quindi?
Premetto che prendiamo piccole decisioni tutti i giorni: la nostra vita alla fine è la somma di queste tante piccole decisioni.
Ciò detto, alcune decisioni sono più grandi di altre. Lo sono per "enne" motivi: abbracciano (grandi) cambiamenti professionali, oppure (grandi) cambiamenti nella nostra vita privata - e tendenzialmente questo implica una crescita personale, il che è una cosa bella! Tuttavia, come tutti i cambiamenti si sa quello che si lascia, ma non si sa quello che si trova.
3 domande di coaching per capire come prendere decisioni importanti
Tempo fa avevo trovato una delle solite frasette su Facebook, quelle citazioni che non sai bene da dove vengano ma ti restano in testa: diceva che tra la certezza dell'infelicità e l'incertezza della felicità, l'essere umano tenderà a scegliere la prima opzione. Alla fine tutto si riduce anche a cosa pensi di poter perdere, prendendo quella decisione.
Quindi, come coach, la mie prime domande per te sono:
- cos'è veramente importante per te?
- cosa senti di perdere se scegli l'incerto?
- immagina che va effettivamente così, e lo perdi. Cosa cambia?
Spesso è la paura a guidare le nostre decisioni. Ma la paura è un'emozione, e come tale è irrazionale. Ci vuole dire qualcosa, ma ingigantisce le situazioni e spesso non ce le fa vedere nelle giuste proporzioni.
Una battuta dei coach recita: "sai come si mangia un elefante? Un pezzo alla volta".
(ovviamente chiedo venia per tutte le vegetariane/vegane che mi seguono...purtroppo il detto recita proprio così!)
Dividi et impera (si fa per dire), anche quando devi decidere cosa fare
Prova a spezzettare questa paura. Guardala, accoglila, prenditi cura di lei: fa pur sempre parte di te. La paura è una delle 6 emozioni base che proviamo: una sorta di hardware che ci portiamo dietro dalla nascita, indipendentemente da dove nasciamo, dalla cultura che abbiamo, dalla lingua che parliamo. La paura ci aiutava a sopravvivere quando eravamo ancora uomini delle caverne. Ed oggi la paura sì, ci aiuta ancora a sopravvivere: ma non a prosperare.
Ora che hai coccolato la tua paura, preparati a lasciarla andare. Ringraziala: è stata una tua preziosa alleata. Sì, perché alla fine è quell'emozione che ti fa vedere dove potresti crescere: la paura sta sempre fuori dalla zona di comfort. E per crescere, dobbiamo uscire dalla zona di comfort, non ci sono santi.
E poi domandati queste due cose:
- immagina che questi rischi non esistano. Tu cosa fai?
- ora immagina che lo hai fatto. Come stai?
L'ultima è una domanda potentissima: ti porta a visualizzare come starai in quella determinata situazione. E quello deve essere il tuo faro, che illumina la tua strada e che ti guida.
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